miércoles, 14 de octubre de 2020
XIV. GRANDEZZA DEL POETA VOLGARE-SUA MORTE
XIII. SUA PERSEVERANZA AL LAVORO
XIII.
SUA PERSEVERANZA AL LAVORO
Non poterono gli amorosi disiri, né le dolenti lagrime, né la sollecitudine casalinga, né la lusinghevole gloria de' publici ofici, né il miserabile esilio, né la intollerabile povertá giammai con le lor forze rimuovere il nostro Dante dal principale intento, cioè da' sacri studi; percioché, sí come si vederá dove appresso partitamente dell'opere da lui fatte si fará menzione, egli, nel mezzo di qualunque fu piú fiera delle passioni sopradette, si troverá componendo essersi esercitato. E se, obstanti cotanti e cosí fatti avversari, quanti e quali di sopra sono stati mostrati, egli per forza d'ingegno e di perseveranza riuscí chiaro qual noi veggiamo; che si può sperare ch'esso fosse divenuto, avendo avuti altrettanti aiutatori, o almeno niuno contrario, o pochissimi, come hanno molti? Certo, io non so; ma se licito fosse a dire, io direi ch'egli fosse in terra divenuto uno iddio.
XII. DANTE OSPITE DI GUIDO NOVEL DA POLENTA
XII.
DANTE OSPITE DI GUIDO NOVEL DA POLENTA
Era in que' tempi signore di Ravenna, famosa e antica cittá di Romagna, uno nobile cavaliere, il cui nome era Guido Novel da Polenta; il quale, ne' liberali studi ammaestrato, sommamente i valorosi uomini onorava, e massimamente quegli che per iscienza gli altri avanzavano. Alle cui orecchie venuto Dante, fuori d'ogni speranza, essere in Romagna (avendo egli lungo tempo avanti per fama conosciuto il suo valore) in tanta disperazione, sí dispose di riceverlo e d'onorarlo. Né aspettò di ciò da lui essere richiesto, ma con liberale animo, considerata qual sia a' valorosi la vergogna del domandare, e con proferte, gli si fece davanti, richiedendo di spezial grazia a Dante quello ch'egli sapeva che Dante a lui dovea dimandare: cioè che seco li piacesse di dover essere. Concorrendo adunque i due voleri a un medesimo fine, e del domandato e del domandatore, e piacendo sommamente a Dante la liberalitá del nobile cavaliere, e d'altra parte il bisogno strignendolo, senza aspettare piú inviti che 'l primo, se n'andò a Ravenna, dove onorevolemente dal signore di quella ricevuto, e con piacevoli conforti risuscitata la caduta speranza, copiosamente le cose opportune donandogli, in quella seco per piú anni il tenne, anzi infino a l'ultimo della vita di lui.
Portfolio
Ramón Guimerá Lorente Beceite blog, Beseit Beseit en chapurriau yo parlo lo chapurriau y lo escric Chapurriau al Wordpress Lo Decame...